La Fondazione Metes, all’interno del Progetto “La qualità totale del Sistema Pesca” che gestisce in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale della Pesca, ha promosso uno studio sui nuovi metodi di conservazione del pescato al fine di garantirne, il più a lungo possibile, integrità e qualità organolettiche ed uno studio sulla Sostenibilità nel settore della Pesca.
Lo studio dal titolo “Sicurezza alimentare e sostenibilità nella pesca marittima tra innovazione e tutela” sui nuovi metodi di conservazione è stato eseguito presso il Laboratorio di Ricerca del Mercato Ittico all’Ingrosso di Pozzuoli, coordinate dal Prof. Aniello Anastasio dell’Università degli studi di Napoli Federico II Facoltà di Medicina Veterinaria Dipartimento di Scienze Zootecniche e Ispezione degli Alimenti, e dal Dott. Giuseppe Palma Direttore del Mercato Ittico.
La pesca fa riferimento ad un prodotto dall’alto valore nutrizionale che è alla base del sostentamento di ampie fasce della popolazione mondiale e parte integrante della dieta del mondo occidentale ma anche ad un prodotto che a causa del rapido deperimento compromette fortemente un suo maggiore utilizzo.
Inutile sottolineare quindi le positive potenziali ricadute dei risultati dello studio sull’intera filiera del settore nonché sui lavoratori del comparto che la FAO calcola essere, a livello mondiale, circa 42 milioni oltre quelli impiegati nelle industrie correlate alla lavorazione, alla ommercializzazione e distribuzione raggiungendo così la imponente cifra complessiva di un centinaio di milioni di lavoratori.
Lo studio sulla sostenibilità è stato condotto dalla Fondazione Metes a cura dell’Ing. Michele della Rocca.
La sostenibilità del settore della pesca si compone di tre assi principali: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica e quella sociale. Non può esistere l’una senza che non esistano le altre due.
Affinché una politica ambientale abbia successo deve essere necessariamente riconosciuta come legittima e non in contrasto con il benessere delle comunità locali. Così come le politiche economiche devono tener presente degli stock esauribili del capitale naturale.
Per poter verificare l’effettiva sostenibilità nella gestione di una risorsa, bisogna dunque poter contare su una serie di fattori, quali la raccolta sistematica di dati significativi, la partecipazione della comunità alle decisioni, la flessibilità delle politiche e dei regolamenti, il rigido controllo degli stessi da parte delle autorità preposte.
Poiché è chiaro come lo sfruttamento delle risorse ittiche non potrà continuare con l’intensità degli anni passati, occorre ricalibrare l’intero settore della pesca, attraverso interventi di tipo strutturale, come la riduzione del numero dei pescherecci, l’adeguamento infrastrutturale dei porti e interventi di tipo normativo, che possono rappresentare un’ulteriore possibilità di sviluppo e di reddito per i lavoratori della pesca anche attraverso l’attuazione di attività collaterali.
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